
Abbiamo sempre detto che la nostra squadra doveva essere una squadra composta da giovani che con il loro spirito, con il loro gioco potessero essere un team vincente e d' esempio per il nostro settore giovanile e le scelte del roster dell' attuale stagione conferma questa linea societaria.
Ma quando una leggenda come Fausto Bargna, incontrando coach Seba, gli ha espresso il desiderio di affiancare i nostri ragazzi siamo rimasti basiti e frastornati dalla contentezza di poter annoverare fra i nostri giocatori Fausto.
Il pivot nativo di Cantù porta il suo enorme bagaglio di esperienza fatto di 552 presenze in serie A (3 scudetti, 3 Coppe Campioni e una Korac tra Milano, Cantù, Roma, Torino, Montecatini, Trieste e Reggio Emilia).
Citiamo di seguito una testimonianza, da Basket.net Dan Peterson scrive:
La Valutazione del Talento
In questi recenti giorni, ho 'martellato' sulla mia filosofia che dice che io preferisco il giocatore longilineo quando sto valutando il talento. Uno dei motivi è la carriera lunga. Vuol dire che non prendo uno con poco tempo da giocare ancora. Esempio: Fausto Bargna, longilineo e magro. Abbiamo preso Fausto, classe 1961, da Cantù, nel 1985. Molti domandavano: "Cosa fa Milano con Bargna? Hanno già Meneghin come pivot e Bargna non partiva in quintetto a Cantù." Poi, c'erano dubbi sulla sua 'durezza' fisica.
Morale della favola
Bargna gioca ancora! Ovvio, dovrei documentarmi meglio su questo ma mi hanno detto che il grande Fausto è ancora in attività a 47 anni. Sapevo di non prendere uno che guardava già la fine della carriera, cosa fatale per la mentalità del giocatore. Bargna sapeva di avere molti anni da giocare ancora e ha lavorato durissimamente per noi.
La mia filosofia
Dico solo questo. Nei 30 anni (1977-2006) dei Playoffs in Italia, solo tre squadre hanno avuto una media di più di 90 punti per partita; le mie ultime tre squadre a Milano: 95.5 nel 1985; 99,1 nel 1986; 91,5 nel 1987. Come mai? Ho scelto giocatori secondo la mia filosofia; se non sono in grado di giocare a quel ritmo, non li prendo. Quindi, Bariviera, Bargna, McAdoo, Barlow, Henderson, Schoene, perfino Joe Barry Carroll. Pure Mike D'Antoni, Dino e Premier. Prima la filosofia, poi la valutazione del talento. Alla prossima
1 commento:
Grazie di cuore per la presentazione. Grazie anche a Andrea per avermi ringiovanito di un anno e avermi consegnato uno scudetto in più e una coppa dei campioni in meno...forse perchè da buon fan dell'Olimpia Milano ancora non gli va giù quella persa a Grenoble con Cantù!!!
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