mercoledì 2 settembre 2009

Robbiate da leggenda


Abbiamo sempre detto che la nostra squadra doveva essere una squadra composta da giovani che con il loro spirito, con il loro gioco potessero essere un team vincente e d' esempio per il nostro settore giovanile e le scelte del roster dell' attuale stagione conferma questa linea societaria.
Ma quando una leggenda come Fausto Bargna, incontrando coach Seba, gli ha espresso il desiderio di affiancare i nostri ragazzi siamo rimasti basiti e frastornati dalla contentezza di poter annoverare fra i nostri giocatori Fausto.
Il pivot nativo di Cantù porta il suo enorme bagaglio di esperienza fatto di 552 presenze in serie A (3 scudetti, 3 Coppe Campioni e una Korac tra Milano, Cantù, Roma, Torino, Montecatini, Trieste e Reggio Emilia).
Citiamo di seguito una testimonianza, da Basket.net Dan Peterson scrive:

La Valutazione del Talento

In questi recenti giorni, ho 'martellato' sulla mia filosofia che dice che io preferisco il giocatore longilineo quando sto valutando il talento. Uno dei motivi è la carriera lunga. Vuol dire che non prendo uno con poco tempo da giocare ancora. Esempio: Fausto Bargna, longilineo e magro. Abbiamo preso Fausto, classe 1961, da Cantù, nel 1985. Molti domandavano: "Cosa fa Milano con Bargna? Hanno già Meneghin come pivot e Bargna non partiva in quintetto a Cantù." Poi, c'erano dubbi sulla sua 'durezza' fisica.

Morale della favola

Bargna gioca ancora! Ovvio, dovrei documentarmi meglio su questo ma mi hanno detto che il grande Fausto è ancora in attività a 47 anni. Sapevo di non prendere uno che guardava già la fine della carriera, cosa fatale per la mentalità del giocatore. Bargna sapeva di avere molti anni da giocare ancora e ha lavorato durissimamente per noi.

La mia filosofia

Dico solo questo. Nei 30 anni (1977-2006) dei Playoffs in Italia, solo tre squadre hanno avuto una media di più di 90 punti per partita; le mie ultime tre squadre a Milano: 95.5 nel 1985; 99,1 nel 1986; 91,5 nel 1987. Come mai? Ho scelto giocatori secondo la mia filosofia; se non sono in grado di giocare a quel ritmo, non li prendo. Quindi, Bariviera, Bargna, McAdoo, Barlow, Henderson, Schoene, perfino Joe Barry Carroll. Pure Mike D'Antoni, Dino e Premier. Prima la filosofia, poi la valutazione del talento. Alla prossima

1 commento:

Unknown ha detto...

Grazie di cuore per la presentazione. Grazie anche a Andrea per avermi ringiovanito di un anno e avermi consegnato uno scudetto in più e una coppa dei campioni in meno...forse perchè da buon fan dell'Olimpia Milano ancora non gli va giù quella persa a Grenoble con Cantù!!!